Quando facevo le medie avevo una libertà estrema, potevo rincasare e uscire quando volevo.
Il luogo dove andavo spesso, mi obbligava a passare davanti alla casa di quello che poi e’ diventato il mio migliore amico ( vedi racconto ” CHE FREDDO”). Come resistere dal suonargli il campanello. L’ho fatto veramente tantissime volte. Quanto forte correvo, penso, che se fossi caduto , durante una di quelle fughe, sarei ancora sfigurato.
Ci ritroviamo dopo molto tempo con il mio amico e inizia a ricordare un fatto accadutogli tanti anni fa.
Racconta che c’e’ stato un periodo, molto lungo, nel quale gli suonavano in continuazione il campanello. Suonavano a tutte le ore. Immaginate la mia faccia mentre lo raccontava. Continua ,con il racconto, dicendo che suo padre un giorno ha scoperto chi fosse il deficiente che suonava in continuazione ( panico non sapevo che sapesse ).
La sua casa aveva una cantina con la finestra ad altezza marciapiede, si poteva vedere benissimo se qualcuno si avvicinava al portone d’ingresso. Dice che suo padre era arrabbiatissimo e se avesse preso il “pianista” lo avrebbe gonfiato. Il padre decise di trasferirsi in cantina con una branda e passare le notti fino a quando non avesse beccato l’artefice delle rotture di scatole. ( non ne sapevo niente , stavo aspettando