TRAMEZZINO AGLI SPINACI

Giornata calda come poche.

La cliente tutta perfetta che entra nella trattoria e indica alla barista il tramezzino, lo prende a piene mani e si mette sull’uscio a mangiare, dopo poco torna indietro tutta gioiosa e si rivolge alla barista “ CHE BUONO QUESTO TRAMEZZINO AGLI   S P I N A C I , ne hai un altro.” La barista gli fa’ presente che non ci sono tramezzini agli spinaci, ma la cliente porge l’ultimo pezzettino di tramezzino alla banconiera e gli fa’ vedere il verde sul tramezzino. Quel giorno nella trattoria non erano stati fatti nessun tramezzino agli spinaci. Cosa accadde ? La gentil donna semplicemente aveva mangiato sull’uscio della trattoria sotto le grondaie, dove dei simpatici colombi gli hanno depositato degli “ottimi” spinaci.

D.R.C.

LA PATENTE

Anche questa è successa veramente

Uno arriva alla grande tenera età di 81 anni e scopre di avere la patente in scadenza.

Va a fare la visita medica di routine: tutto regolare (vista e udito). Ma il medico dice che deve fare altre visite: neurologica e cardiologica. Lo splendido 81enne prende il foglio (che il medico gli passa con la sufficienza dovuta a un numero) con la prenotazione delle visite, e legge: novembre 2008.

Che cosa succede a un povero 81enne, con la sua bella vitalità e freschezza intellettuale, quando si vede inchiodato senza patente per otto mesi?

Questo è successo davvero, nell’indifferenza del

sistema Italia. Per fortuna, andando privatamente e pagando dei bei soldi, i tempi si sono ridotti a un solo mese senza patente.

Sono le cose che fanno male a tutti. 

Ma pensiamo positivo: con queste visite mi tengono sott’occhio il mio splendido 81enne.

M.B.

Appesi a un filo

Estate, le giornate sono lunghe e la sera il caldo dà un po’ di requie. Ore 15.30 del pomeriggio: l’allora mio moroso (ora nonostante tutto marito) mi dice “Dai, mi è venuta in mente una cosa bellissima da fare, ci divertiamo un sacco, andiamo a Rocca Pendice a fare una calata in corda doppia!”. Sarà stato il caldo, sarà stato l’amore, ho accettato. Bello, bello, si va a piedi fino a uno strapiombo, poi ci si mette gli imbraghi, ci si lega per bene e si scende giù per decine di metri nell’aria fresca del tardo pomeriggio e con un bel panorama dei Colli Euganei.

Peccato che il punto da cui scendere non era quello da cui stavamo scendendo.

Peccato che era pieno di cespugli e che la corda, che bastava appena appena per arrivare in fondo (dal punto giusto erano molti meno metri di dislivello…) decide a un certo punto che è più divertente annodarsi a un ramo.

E io, che soffro di vertigini, mi trovo bloccata nel punto che doveva essere il più bello, appesa per aria con solo la corda a cui appigliarmi. Terrore!

Corda irrecuperabile.

Cellulari non proprio pratici da raggiungere.

Ipotesi fantasiose dell’impavido arrampicatore esperto (?) di mollarmi lì e tentare di andarsene a snodare la corda.

Poi il miracolo: un gruppetto di tre arrampicatori che stava tornandosene a casa passa esattamente sotto di noi.

Si organizzano e, dopo aver calato me, recuperano la corda annodata al ramo. Do il mio meglio in imprecazioni contro il moroso che si deprime al massimo.

La ragazza del gruppo mi bada un po’ e rassicura il moroso che “Tranquillo, è normale, poi si calma”.

Poi siamo tornati a casa. Mi sono calmata. Ci siamo sposati.

Ma non abbiamo più arrampicato se non con me salda a terra a tenere le corde in sicurezza.

L.C.