HOTEL CALIFORNIA

Finalmente le ferie, stanchi, reduci da un anno di lavoro.  Voglia di mare, rimanere da soli e rilassarci.

Come ogni anno, arriva il momento di partire e siamo “scoppiati”. Non possiamo ancora mollare la tensione.

perché dobbiamo arrivare in albergo, che e’ già prenotato (con caparra) da mesi.

Si parte in scooter, carichi come le carovane che devono attraversare il deserto. Pronti per affrontare le temperature siderali degli Appennini di notte. Già una volta ci hanno fregato, quanto freddo abbiamo patito.

Attraversiamo l’Italia, dalla parte più larga, dal nord est fino all’Isola d’Elba. Sette ore di viaggio.

sbagliando strada e buttandoci sull’unica via da evitare: la litoranea. Immaginate Rimini, buttatevi dentro e attraversatela. Fiumi di famiglie Leggi tutto “HOTEL CALIFORNIA”

IL PEZZO DA CINQUANTA

Un pò di tempo fa a mezzogiorno, si ferma a pranzo un signore di passaggio. Distinto, gentile, a modo suo elegante, con un’esagerata cordialità, mai visto prima. Mi ordina il pranzo. Non so perché, ma qualcosa secondo me non andava. Mi ricordava vagamente un altro signore distinto, che veniva al mattino, ordinava un  Biancosarti, faceva un “gioco di prestigio” con le banconote e se non stavi attento, non solo non ti pagava la consumazione, ma magari si intascava pure il resto. Tornando al signore che doveva pranzare, beh,  pranzò abbondantemente e mi chiese il conto al tavolo. Preferii non portarglielo e aspettarlo al banco.  Arriva alla cassa. Da un lato c’e’ il signore, dall’altro, due professori. Il signore mi paga con un pezzo da cento, lo incasso, do il resto, un pò da dieci e uno da cinquanta. A quel punto commetto un errore madornale, MI GIRO verso i professori. Il signore mi richiama dicendomi che ho sbagliato a dargli il resto, realizzo che mi stava fregando, mancava, secondo lui, il pezzo da cinquanta. Apro la cassa per conferma , magari ho veramente sbagliato.  No, il pezzo da cinquanta era stato dato. D’ istinto, mentre il signore continua ad insistere, chiedo ai professori: ” Avete visto anche voi che ho dato Leggi tutto “IL PEZZO DA CINQUANTA”

IL PIANISTA

Quando facevo le medie avevo una libertà estrema, potevo rincasare e uscire quando volevo.

Il luogo dove andavo spesso, mi obbligava a passare davanti alla casa di quello che poi e’ diventato il mio migliore amico ( vedi racconto ” CHE FREDDO”). Come resistere dal suonargli il campanello. L’ho fatto veramente tantissime volte. Quanto forte correvo, penso, che se fossi caduto , durante una di quelle fughe, sarei ancora sfigurato.

Ci ritroviamo dopo molto tempo con il mio amico e inizia a ricordare un fatto accadutogli tanti anni fa.

Racconta che c’e’  stato un periodo, molto lungo, nel quale gli suonavano in continuazione il campanello. Suonavano a tutte le ore. Immaginate la mia faccia mentre lo raccontava. Continua ,con il racconto, dicendo che suo padre un giorno ha scoperto chi fosse il deficiente che suonava in continuazione ( panico non sapevo che sapesse ).

La sua casa aveva una cantina con la finestra ad altezza marciapiede, si poteva vedere benissimo se qualcuno si avvicinava al portone d’ingresso. Dice che suo padre era arrabbiatissimo e se avesse preso il “pianista” lo avrebbe gonfiato. Il padre decise di trasferirsi in cantina con una branda e passare le notti fino a quando non avesse beccato l’artefice delle rotture di scatole. ( non ne sapevo niente , stavo aspettando

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