IL PEZZO DA CINQUANTA

Un pò di tempo fa a mezzogiorno, si ferma a pranzo un signore di passaggio. Distinto, gentile, a modo suo elegante, con un’esagerata cordialità, mai visto prima. Mi ordina il pranzo. Non so perché, ma qualcosa secondo me non andava. Mi ricordava vagamente un altro signore distinto, che veniva al mattino, ordinava un  Biancosarti, faceva un “gioco di prestigio” con le banconote e se non stavi attento, non solo non ti pagava la consumazione, ma magari si intascava pure il resto. Tornando al signore che doveva pranzare, beh,  pranzò abbondantemente e mi chiese il conto al tavolo. Preferii non portarglielo e aspettarlo al banco.  Arriva alla cassa. Da un lato c’e’ il signore, dall’altro, due professori. Il signore mi paga con un pezzo da cento, lo incasso, do il resto, un pò da dieci e uno da cinquanta. A quel punto commetto un errore madornale, MI GIRO verso i professori. Il signore mi richiama dicendomi che ho sbagliato a dargli il resto, realizzo che mi stava fregando, mancava, secondo lui, il pezzo da cinquanta. Apro la cassa per conferma , magari ho veramente sbagliato.  No, il pezzo da cinquanta era stato dato. D’ istinto, mentre il signore continua ad insistere, chiedo ai professori: ” Avete visto anche voi che ho dato il resto al signore, con un pezzo da cinquanta.” E loro: ” Sì CERTAMENTE. ” A quel punto il signore comincia una perquisizione personale e magicamente il pezzo da cinquanta salta fuori. Tante scuse e saluti. Io tiro un sospiro di sollievo. Mi giro verso i professori e dico:” Grazie per prima, con quello non avrei saputo come fare. Sì i cinquanta intendo.” Quelli mi guardano e mi rispondono: ” Quali cinquanta? ” Non avevano capito assolutamente nulla di quello che era capitato. Io li guardo e dico: ” Posso offrire un caffè.” E loro: ” Gratis ? ”

D.R.C.

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