25 APRILE

Il 25 Aprile per me è come per tutti il giorno della Memoria con la M maiuscola. Nel mio caso lo è anche con la m minuscola. Nel senso che ,per quest’occasione, il quartiere dove sono nata, organizza tutti gli anni una bella festa. La memoria di cui parlavo prima è quella memoria piccola, della gente qualunque, comunque per me importantissima. Ecco in quel giorno, incontrando la mia gente di bambina rivivo il sogno. Le mie “ragazze terribili” sono le amichette di mia mamma. Tuttora costituiscono il punto cardine, il cuore di quel quartiere. Dalla notte dei tempi costituiscono il gruppo delle tombolare, specie di vampiri assetate di pensioni, costituto in bisca clandestina, dove le attempate signorine o  vedove, giocano velocissime partite di tombola, chi non è allenato viene lasciato a se stesso. Della serie:  “ti sei perso l’ultimo numero?  Peggio per te”. Questo rito infernale veniva praticato al principio a casa della Rosi e nella cantina dell’Adriana. Là si cucivano anche delle bellissime trapunte a mano, sospese sugli schienali delle sedie,  le donne parlavano liberamente di tutto. Nello stesso posto si faceva, in estate, il sugo di pomodoro, ondate di pomodoro straripavano dai catini, mastelli, bacili e da tutto quello che poteva servire da recipiente. Lì, feci la prima vera bevuta della mia vita. Avevo dieci anni, era dalla mattina che giravo la manovella della schiacciapomodoro, un caldo infernale, l’Adriana arrivò con dei bei bicchieri di qualcosa di fresco, tutte bevemmo. Dopo qualche minuto, non riuscii più a stare in piedi, avevo bevuto un bicchierone Martini Bianco. Un’altra “ragazza terribile” è la Elsa, signorina sempre truccata, (qua si sta parlando per tutte, dai settanta agli ottanta abbondanti) è stata l’unica a non sposarsi. Ancora adesso mi racconta la bustaia, che quando la Elsa va dal dottore, si compra tutta la biancheria intima nuova. Corre voce che stia sveglia tutta la notte a guardare la tv. L’Emilia invece si brucia tutta la pensione, alle lotterie, non ha pregiudizi, scommetterebbe su qualsiasi cosa. Quattro anni fa, incontrando per strada due uomini, fu convinta a prelevare in banca una grossa cifra, con la promessa che cedendola a loro per un brevissimo tempo avrebbe guadagnato un sacco di soldi. Fin qua niente di più della solita truffa agli anziani, se non che, qua sta la differenza, l’Emilia incontrò mia mamma, quella mattina, mentre andava in banca. Mia mamma le chiese cosa stesse facendo lì, ma lei rispose che era una cosa da poco. Tutti pensarono che la scusa le servì per non fare entrare mia mamma nel lucroso affare. Poi, le così dette sorelle Materassi, Monica e Lucia, instancabili consumatrici di cibo, nonchè camminatrici, nell’inutile tentativo di smaltire le calorie accumulate. Penso, che oramai, abbiano già fatto sei o sette volte il giro del mondo. Poi, tutte le altre che man mano si aggiungono. Infine, mia mamma, che adesso è impegnata in una guerra all’ultimo sangue con la sua avversaria, per diventare responsabile AUSER della zona. Tutte queste signore sono state per me le mie mamme, le mie amiche, le mie streghe, le mie maestre. Tutte abitano in un luogo che doveva essere demolito e che adesso, sapientemente recuperato, ha anche una meravigliosa e antica anima femminile.

D.R.C.

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