LA 127 VERDE LAGO

Diverso tempo fa, io e il mio fidanzato di allora, decidemmo una mattina, di maggio, di fare un’escursione sui colli. A quel tempo, lui, si stava laureando in architettura ed ogni scusa era buona per portarmi a vedere mucchi di sassi coperti da rovi che lui chiamava ” siti di interesse storico”. Io mi adattavo. Quella volta dovevamo andare a vedere i resti di un monastero. Partimmo con la sua 127 verde lago di quindici anni, sono passati tanti anni e non ho ancora incontrato l’uomo con la macchina nuova. Le salite cominciarono, una, due, tre, la macchina si fermo’. Lui mi disse che bisognava chiamare qualcuno, era venerdì mattina. Allora non esistevano i cellulari, mi incamminai, lasciando lui in macchina, su per una stradina. Tutte le casette erano disabitate il venerdì, essendo tutte seconde case. Alla fine sentii dei rumori provenire da una casa in fondo la stradina. C’era qualcuno che armeggiava in garage. Suonai il campanello, si apri’ appena l’uscio e una donna da dentro mi chiese che cosa volessi. Il cane abbaio’. Io le spiegai l’accaduto, lei mi chiese di attendere. Arrivo’ il marito, mi disse di essere un discreto meccanico e si offerse di accompagnarmi in macchina. Apri’ il cancello si fiondo’ fuori il cane che gioioso mi salto’ incontro. Mi sbatte’ per terra e quando mi rialzai i miei vestiti sono diventati marroni e pieni di terraglia. Il signore mi guardo’ con compassione, stese sul sedile la Gazzetta dello Sport e parti’. Strada facendo mi chiese spiegazioni ed io potei solo dirgli che: la macchina si era fermata, che tipo di auto ed il colore. Arrivammo, dove avevo lasciato il mio lui e l’auto. Scoprii che non c’era ne uno ne l’altro. Rimasi allibita, il signore mi tranquillizzo’ dicendomi che forse la macchina era ripartita. Così cominciamo la ricerca. Il signore sulle prime mi fece notare le vetture con modello e colore simili alla mia, poi vedendo che io non le riconoscevo, comincio’ a mostrarmi anche le cinquecento rosse. Ritornati, dopo un lungo giro nel luogo “dell’abbandono”, dissi al signore di fermarsi per farmi scendere. Lui, con tono paterno, mi chiese :” Mi scusi signorina, ma in che rapporti eravate lei e il suo fidanzato?” Io gli risposi:” Prima forse buoni ma adesso…………….” Dopo piu’ di un ora arrivo’ “l’abbandonatore”, nel frattempo avevo subito, per cosi’ dire “i complimenti” di tutti i ciclisti che mi avevano visto sola sulla strada. Mi disse, che la macchina era ripartita ed era passato piu’ volte sul posto, senza fra l’altro fermarsi, per paura che la macchina si spegnesse di nuovo. Lo tirai giu’ dalla macchina con la sola forza di un occhiata e lo costrinsi a venire a ringraziare il signore gentile. Arrivammo al cancello suonai, si affaccio’ la signora ed apri’  arrivo’ il grosso cagnone simpatico che stese a terra il mio ex, costretto poi a sedersi nella 127 verde lago,  senza nemmeno la Gazzetta dello Sport.

D.R.C.

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