Quante volte nella vita ci si è trovati ad aver a che fare con dei rompiscatole, forse tante volte, ma quante volte con degli “adorabili rompiscatole”?. Queste creature, dotate della capacità di essere quasi sempre fuori luogo, si attorniano, spesso, di persone con una pazienza infinita. La mia amica Ornella faceva e fa tuttora parte della seconda categoria. Una mattina, in vacanza in un isola, avviandoci verso la spiaggia, ci accorgemmo di un furgoncino che vendeva frutta, scendemmo, io e Ornella, per fare acquisti, lasciando i fidanzati in macchina. Subito la mia amica prese le redini della situazione, dando una confidenza eccessiva al fruttivendolo e mostrando una borsa firmata costosissima. Alla domanda:” Cosa mi dai di bello?” Il fruttivendolo, che non aveva venduto un frutto, forse da giorni, sgranò gli occhi. Quando vidi quell’espressione tagliai l’angolo e lasciai ” l’esperta compratrice” con il venditore. Tornai in macchina, dove il paziente fidanzato di Ornella, quando mi vide, pensò subito al peggio. Ebbe ragione, dopo un quarto d’ora arrivò Ornella ansimando. Il fruttivendolo le aveva venduto quattro borse di meloni, maturissimi, ad un prezzo folle, lei li scaraventò velocemente nel bagagliaio e partimmo. Quando arrivammo nel luogo, dove lasciare l’auto, facemmo due scoperte; la prima era che tre quarti dei meloni erano da buttare via e la seconda che nessuno aveva portato un coltello. I restanti meloni da concime furono trasportati dalla compratrice, attraverso un ripidissimo sentiero che portava ad una piccolissima baia sottostante. Tutti noi eravamo attrezzati con vecchie scarpe da ginnastica, Ornella aveva ai piedi delle infradito firmatissime, scomodissime per la discesa, lunga e scoscesa. Noi le avevamo detto che non andavano bene, ma lei ci rispose:” Sono Fila.” Arrivammo, dopo una quarantina di minuti, alla baietta, sono sicura che nel frattempo Ornella avesse riconsiderato l’acquisto dei meloni. Erano le dieci e le poche persone che c’erano avevano preso i posti migliori. La mia amica si accorse da subito di un signore con sdraio ed ombrellone che si era ricavato un posticino da sogno. Così dopo averci fatto notare quanto scomodi eravamo, scomodità tra l’altro percepita solo da lei, cominciò una ” lagna.” :”Ma guarda quello da solo, il posto non è mica tutto suo e gli altri? Io non posso mica stare sempre al sole. L’asciugamano mi sta appena.” Così andò avanti per non so quanto tempo. Alla fine venne da me e mi disse, che siccome delle due ero la più “dotata”, avrei potuto chiedere al signore di andarsene per lasciare il posto a lei. Sulle prime volevo mandarla a quel paese, poi mi venne un idea. Le risposi di sì. Andai dal signore e gli dissi:” Mi scusi se la disturbo, ma vede là in fondo, quella signorina che la guarda, è convinta che voi due vi conosciate.” E lui:” Io non mi ricordo, ma è possibile, sono spesso in viaggio, ma perchè non è venuta lei a dirmelo?” “Guardi lei è molto timida, forse dovrà lei, signore, rompere un pò il ghiaccio.” Tornai indietro e lei mi chiese come fossero andate le cose. Nel frattempo il signore non staccava più gli occhi dalla mia amica. Le risposi di andare intanto a fare il bagno e di ringraziare il signore per la cortesia di lasciarci il posto. Così la scena fù: l’Ornella che va in acqua e nuota verso il signore, gli arriva vicino e dall’acqua gli parla, il signore si butta in acqua. Con due salti arriva vicino a Ornella e le parla: Lei arretra e fa cenno di no con la testa, comincia a nuotare con al seguito il signore che continua a parlarle, Nuotano per un bel pò, anche perchè, le baie con gli scogli hanno difficili approdi per i nuotatori. Finalmente ritorna e sfinita si stende dicendomi:” Madonna che piattola, il vecchio continuava a chiedermi dove c’eravamo incontrati, secondo me voleva rimorchiarmi.”
D.R.C.