M I N N I E

 

Quando arrivò nella mia casa Yachie, era incinta e dopo due mesi, partorì, purtroppo, sul mio letto cinque, cuccioli. Una di loro rimase con noi si chiamava Minnie. Lei possedeva tutta la  grazia e la bellezza che una creatura può avere. Non era invece dotata di grande prontezza di spirito, di adattamento, di intuito e di prepotenza. Aveva per così dire qualcosa di superiore, di quasi principesco. Lei e la sua mamma erano come certe coppie famose: Piperita Patti e Marcie, Frodo e Sam, Spiderman e Robin.   Yachie adorava fare  gli agguati agli uccellini, per cui aveva selezionato una tecnica perfetta. Quando percepiva la “preda” mi chiamava, io la prendevo in braccio, le pilotavo li musetto verso l’ obbiettivo e quando sentivo che si irrigidiva  e cominciava a vibrare voleva dire che aveva il bersaglio nel mirino. Appena messa a terra scattava come una saetta, alla cieca, le erbe erano sempre troppo alte per lei. Abbaiava e correva, Minnie che capiva da poco a niente , quello che accadeva , si precipitava a sua volta abbaiando, correndo in tutte le direzioni. Il risultato era sempre quello, uccellino volato e Yachie frustrata che rincorreva Minnie, forse per sbranarla Tanti furono gli episodi dove la figlia dimostrò verso la madre, l’ immenso amore che aveva, dalle veglie, quando Yachie fu molto grave, alla volta in cui per difenderla da una vipera quasi non morì. Lasciava sempre la sua mamma mangiare più di lei, mi ricordo in campeggio una volta, in cui Minnie ci rimase malissimo, aveva sotterrato dei biscotti Yachie glieli aveva saccheggiati tutti e lei passò tutto il pomeriggio a far buche in giro. Questa meravigliosa creatura aveva per me un’adorazione e così io per lei. Era così sempre seconda, sempre dopo. A lei perenne gregaria toccò anche la sfortuna di morire dopo. La mamma per la malattia era diventata lentissima, quando Minnie non la vedeva più arrivare mi guardava interrogativa e si girava per cercare Yachie. Quando Yachie morì, si girò tante volte a cercarla. Quando morì, a dieci giorni di distanza dalla madre, io le dissi solo una cosa:” Sarà solo per un attimo.” Sono state fra le radici dell’albero e delle rose, rose ed albero. Sono state per me le due piccole stelle nel cielo quando tornavo a casa la notte.

D.R.C.

La Minnie si alzava sulle zampe, per diventare più alta e guardar lontano. Quando arrivavo, lei mi sentiva e spesso si sbagliava andando incontro, facendogli le feste, a tutti i motociclisti che incontrava. Il Drughetto sempre felice.

A.L.

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