IL CORSO

Mai come in questi ultimi anni si è potuto notare il fiorire di migliaia di corsi. Tutti fanno corsi a tutti, ovunque, per qualunque argomento. Mia mamma ha fatto un corso di decoupage, la mia amica tiene corsi di massaggi, il mio vicino di casa ha fatto un corso di pranoterapista e adesso ne comincia uno di falconeria. Il piccolo tavolo davanti il banco è pieno di opuscoli. Naturalmente neanche io ho potuto sottrarmi. Corso di HACCP. Non mi ricordo più quante ore passate, in una sala al buio con le SLIDE, di batteri , microbi, muffe, alle quattro del pomeriggio, dopo il lavoro. Risultato, il dormitorio totale. L’insegnante, prolisso e soporifero, lanciava anatemi contro chi non si lavava le mani, bada bene, dopo ogni alimento toccato, per meno di otto minuti. Praticamente il cuoco passava tutta la mattina a lavarsi le mani. Prevedeva catastrofi senza fine per chi non avesse ottemperato alle centinaia di logiche e normalissime precauzioni sanitarie (il libretto sanitario non esisteva già più bastava un autocertificazione). L’apoteosi la raggiunse, quando si parlò della “ricognizione della bistecca” Il controllo della bistecca, ci disse, avviene in due fasi: il primo visivo, il secondo olfattivo. A quel punto cominciai ad essere assalita dalla necessità di ucciderlo, se non fosse stato per la nonnina che mi dormiva a fianco. Guardandola negli occhi lessi il terrore di chi non ha capito un tubo. Così  spiegai: “Il maestro sta dicendo che quando la bistecca è blu e puzza bisogna buttarla. Ci riempì la testa con allucinanti grafici che forse solo la Cirio o la Parmalat adottavano in aziende con centinaia di dipendenti, forse non trattorie con cinque persone. A quel punto uno si domanda, ma perchè devo pagare per sentirmi dire che devo buttare la bistecca marcia e devo lavarmi le mani. Perchè questo lo ha detto il corso e se non fai il corso e non hai il tuo bel attestato non sei nessuno. Alla fine una valigetta di plastica con delle fotocopie, un corso dimenticato all’istante, una rottura di scatole a pancia vuota, sono costate 736 mila lire. Nel momento topico del corso, quando anche la notte ti sognavi di microbi, batteri e bistecche blu, ci fu la minaccia del tampone. IL TAMPONE. Funziona così: uno ha dei taglieri, per vari usi. Nonostante le detersioni potrebbero esserci dei microbi, disse il maestro, come si sà, non si sà. Solo un professionista, che fa prima un tampone e poi le analisi lo sa. Il tampone e le analisi costavano 250 mila lire cadauna. Indovina chi le faceva……? Ma il terrorista dell’igiene, il maestro.

P.S: Il papà di un mio amico che aveva da generazioni un meraviglioso panificio artigianale a Venezia, dove preparava da sempre il pane ed i dolci della tradizione, dalla paura di non essere all’altezza, nell’ottemperare le nuove regole, ha chiuso l’attività lasciando quell’angolo di mondo senza quel profumo che tutti i turisti seguivano fino davanti la sua porta.

D.R.C.

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