La volontaria, si’ mia mamma fa la volontaria a 71 anni. E’ cosi’ che succede che improvvisamente la mia vita per 15 giorni si e’ trasformata in un quasi incubo. Un pomeriggio di domenica mia mamma e’ andata a casa di una signora, ed ha deciso di : alzarla, la signora era a letto da giorni, lavarla, sistemarle la casa, cambiarle la biancheria del letto e rimetterla a letto. Fin qua niente di speciale se non che la signora in questione, pesava tre volte piu’ di mia mamma e che, si scopri’ in seguito, quando le e’ precipitata addosso, avesse “soltanto” il femore rotto. Risultato due feriti, mia mamma con uno strappo muscolare e un trasloco, il mio a casa di mia mamma. In casa con lei vivono due bellissimi e viziatissimi gatti. Da subito, dal letto dolorante e piangente comincio’ a darmi precisissimi ordini. Tirare giu’ il kit per il ricovero in ospedale, che consiste in una valigetta di venti kg piena di tutto, praticamente un armadio. L’estrazione della valigia, e’ stata piu’ difficile che estrarre un uomo dalle macerie di un terremoto. Ogni millimetro di spostamento avrebbe potuto far franare la marea di tessuti stipati nell’armadio, ogni piccolo movimento faceva piu’ dolore a mia mamma che una botta sulla schiena. Mi faceva correre come una dannata, chiedendomi contemporaneamente dieci cose diverse in dieci posti diversi. Lei dormiva nel letto matrimoniale ed io dovevo dividere il letto piccolo con i due gatti, ogni notte una competizione, uguale : dieci notti in bianco. Alla mattina, sveglia alle 7, per l’ammalata, caffe’, te’, carne tagliata fresca per i gatti, la “cacchina” del micio fuori dalla lettiera, la padella, la toilette, la pulizia della casa. Tutto entro le 8,30, perche’ dopo cominciavano le visite delle amichette, io riuscivo forse, ad andare al bagno alle 10. Le visite, delle carissime amichette si susseguivano abbondantemente, al ritmo di due ogni mezz’ora, non facevo altro che aprire la porta e portare sedie su e giu’ per tutto il giorno. Una voleva il kit per le punture sopra il tavolo della cucina, ma dovevo mettere il cibo dei gatti, perche’ l’altra arrivava con il cane che si mangiava tutto. Una voleva aprire tutte le finestre, l’altra le voleva chiuse, una voleva che mangiasse per tre, l’altra che stesse a digiuno. Tutte si prodigavano in manicaretti speciali, dopo un po’ sono arrivata alla conclusione, che stessero facendo a gara a chi cucinava meglio. Secondo voi una che no si puo’ muovere a letto come fa a mangiare la pasta e fagioli le polpette e le melanzane alla parmigiana, il cotechino e la pasta con le sarde? Mia mamma qualche volta vedendo qualcuno di questi manicaretti mi guardava un po’ interdetta, ma l’autrice della delizia le era la’ davanti ed all’inferma non rimaneva altro che mangiare. Io per fortuna non ho mai dovuto accudire un infermo prima d’ora. Il mio terrore piu’ grande era la padella. Ogni giorno che passava speravo in vano che mia madre riuscisse ad andare in bagno da sola. NON ACCADDE. Non solo visto le cibarie, non sicuramente adatte al suo stato, ma mia madre aveva accumulato un discreto blocco intestinale. La fatidica sera del mercoledi’ si mangio’ due pasticche di fave di fuca, terribili purganti a scoppio ritardato. Il pomeriggio-sera del giovedi’ l’ho passato tra il suo letto ed il bagno, ne produsse una quantita’ industriale, ma fu all’ora di cena che diede il meglio di se’. Il mio compagno penso’ bene di chiedermi come mai non avessi fame quella sera. Nel pieno vortice degli accadimenti, andammo anche al pronto soccorso, nottata perduta con diagnosi discutibile, prescrizione di farmaco inutile. Ci accompagno’ il mio compagno che convinto fosse un pic-nic si mangio’ tutti i biscotti che mi ero portata in caso di fame. Alla gatta di casa dopo tre giorni di invasioni e trambusto, scoppio’ una potente otite, cosi’ dovetti fare anche da veterinario. Dopo una notte intera sveglia con la gatta nel letto che piangeva, mia madre al mattino mi chiese se la GATTA avesse dormito! Il miracolo avvenne improvviso ed imprevisto, mi ritrovai con un attacco acuto di sciatica bloccata a letto. Cosi’ Lazzaro si alzo’. Ieri sono andata a casa sua e dandomi ordini come un negriero, mi ha fatto tirare fuori tutti i “reperti archeologici” dall’armadio, la mitica valigia dell’ospedale, rimessa al suo posto integra, ho dovuto piu’ volte ricordarle che sono ancora dolorante, perche’ voleva che spostassi la lavatrice per togliere una molletta caduta. Dopo un po’ per farmi vedere che si alzava, si alzo’, aveva delle ciabattine e dei calzettini rosa, le gambette magre, in mutande e golfino bianchi con le mani sui fianchi dritta con la testa alta e i capelli bianchi in piedi a mo’ di cresta, si muoveva a piccolissimi passi veloci. Vedendola mi venivano in mente le parate nuziali degli svassi maggiori. Unica differenza la mia si nutre solo di carne umana, la mia.
D.R.C.